Siamo stati all’AI Week, evento dedicato all’Intelligenza Artificiale, per verificare gli scenari più attuali di Intelligenza Artificiale applicata all’ Headhunting e alle Risorse (non solo) Umane.
Indice degli argomenti
Negli ultimi mesi il tema dell’Intelligenza Artificiale (IA) ha raggiunto uno dei picchi massimi di interesse tra i non addetti ai lavori e sicuramente anche tra chi, come noi, si occupa di head hunting e mondo del lavoro.
A Rimini, abbiamo incontrato di persona un parterre eccezionale di esperti della materia e di imprese nate per introdurre anche in Italia applicazioni di Intelligenza artificiale.
Quindi come esattamente l’IA supporta le aziende negli ambiti che ci interessano direttamente?
Parliamo di come cambia il modo di fare recruiting e head hunting e di come si può interfacciare con il mondo del lavoro.
La questione demografica
Nei prossimi anni, con l’attuale tasso di denatalità, la popolazione italiana è destinata a una sensibile decrescita. Allo stesso tempo, l’aspettativa di vita continua ad aumentare.
Questo vuol dire che nel futuro prossimo in Italia la percentuale di popolazione inattiva supererà ampiamente quella attiva!
È evidente, quindi, che il sistema economico non è sostenibile con questo scenario.
Da una parte ci sarà un’oggettiva diminuzione del personale che le aziende potranno assumere, soprattutto una diminuzione di personale con le qualifiche sempre più specifiche richieste dalle imprese.
Dall’altra ci sarà da sostenere una popolazione non più attiva oppure attiva ma non tecnologicamente qualificata.
Il nuovo ruolo del responsabile HR
In questa situazione, l’utilizzo di intelligenza artificiale, anche nelle sue applicazioni alla robotica e all’automazione, potrà sopperire in parte alla mancanza di risorse umane, diventando parte integrante dell’assetto di ogni azienda.
I responsabili HR diventeranno responsabili HRD, Human and Digital Resources, e avranno un ruolo importante nell’integrazione di tutta la forza lavoro, così come già oggi hanno un ruolo essenziale di mediazione tra le diverse generazioni.
I giovani che già oggi entrano nel mondo del lavoro, infatti, sono nativi digitali. Il personale che tra dieci anni andrà in pensione è composto da coloro che ancora hanno un ricordo di com’era il lavoro prima della digitalizzazione.
La nostra agenda digitale prevede una conversione dall’analogico al digitale proprio nel lasso di tempo che occorrerà al ricambio generazionale.
Questo riafferma la necessità per le aziende e gli HR Manager di affrontare la delicata gestione del knowledge management e del cambio di tecnologie proprio in questo prossimo decennio.
IA per la ricerca e selezione dei candidati
L’attività di ricerca dei profili per un Recruiter o un Headhunter è assai lunga e monotona e può assorbire fino al 70% del tempo.
Alcune soluzioni di intelligenza artificiale si applicano già al processo di recruiting e sono in grado di identificare in modo molto rapido migliaia di profili grazie ad una ricerca semantica dei cv e un’analisi del “sentiment”.
In questo modo, è possibile individuare migliaia di profili potenzialmente adatti alle posizioni aperte in modo rapido e preciso, ottimizzando il processo di sourcing e screening dei candidati.
Valutazione dei profili
La valutazione dei profili è un momento critico della selezione del personale.
L’esperienza dell’Headhunter è fondamentale in questa fase, ma l’IA può essere di supporto grazie all’utilizzo di strumenti di valutazione come la gamification, i test di assessment delle soft & hard skills e l’assessment sull’adattamento culturale. In questo modo, è possibile selezionare i candidati più adatti in base alle esigenze dell’azienda.
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Colloqui con i candidati
Il colloquio con i candidati è il momento centrale della selezione e l’Headhunter sa come individuare i migliori candidati per costruire la short-list.
L’IA diventa un valido assistente in vari modi. Dall’organizzazione dell’agenda di appuntamenti, alla creazione di un percorso strutturato in modo da dare al candidato la migliore esperienza possibile, anche in un colloquio a distanza in stanze virtuali.
L’Intelligenza Artificiale può già spingersi anche a una fase di pre-screening per filtrare i primi candidati, purché correttamente addestrata per evitare pregiudizi di ogni genere. Una fase di pre-screening potrebbe essere utile soprattutto in selezioni che riguardano un numero cospicuo di candidati.
In fase di colloquio, l’IA potrebbe arricchire il sistema di valutazioni fornendo informazioni ricavate dall’analisi delle espressioni del volto e del tono di voce, per comprendere alcuni atteggiamenti, lo stato emotivo del candidato e il livello di reale motivazione al cambiamento.
Qui si aprono naturalmente tutti gli scenari relativi al miglior comportamento etico possibile e alla gestione della privacy, ampiamente dibattuta anche nel corso dell’AI week, culminata con la presenza sul palco di Guido Scorza, Garante della Privacy, e con Brando Benifei, eurodeputato in collegamento da Bruxelles per parlare dell’A.I. Act.
IA per il Knowledge Management e le fasi di on-boarding
Il processo di implementazione dell’intelligenza artificiale è ormai in atto.
Tra le funzioni HR, sempre più HRD, ci sarà quella di aiutare la generazione analogica a collaborare con l’Intelligenza Artificiale perché questa generazione trasmetta il proprio patrimonio di conoscenze accumulato con anni di esperienza, un patrimonio che non può andare perduto una volta arrivati all’età della pensione.
Le nuove macchine dotate di Intelligenza Artificiale, quindi, sono in grado di analizzare il comportamento dei dipendenti esperti, imparano, registrano le attività che portano ai risultati migliori.
In questo modo, le conoscenze restano all’interno della macchina, non vanno via col dipendente, e possono essere suggerite al nuovo dipendente con meno esperienza per facilitare e velocizzare le fasi di on-boarding.
Con l’IA sarà possibile disegnare un’esperienza di onboarding coinvolgente e personalizzata, per rafforzare anche la motivazione del candidato e il suo engagement nel nuovo progetto.
Questi ultimi sono elementi essenziali, soprattutto nella fase di cambiamento sociale che viviamo e che vede un crescente desiderio di equilibrio tra vita lavorativa e privata e una scarsità di personale, soprattutto di personale qualificato, destinata ad aumentare nei prossimi anni.
Quindi, in sintesi, questi sono alcuni degli scenari che si stanno chiaramente delineando.
Ciascuna azienda può, oggi, decidere di investire per adattare le potenzialità dell’IA alle proprie esigenze specifiche.
Di certo, l’IA sta cambiando il modo di fare Headhunting, le funzioni HR e in generale il mondo del lavoro oggi. I professionisti del settore dovranno imparare a collaborare con l’IA per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi.
La tecnologia può aiutare a ottimizzare il processo di selezione e rendere il lavoro degli Headhunter più efficiente, ma non sostituirlo completamente. L’esperienza e l’umanità dell’Headhunter resteranno fondamentali per individuare i migliori candidati e garantire il successo dell’azienda.
Benedetto Caramanna
Fondatore e Managing Director di Sales Line, si occupa di head hunting dal 2002.