Sales Line intervista gli HR leader per fare il punto sul lavoro in azienda oggi e su quali sfide si trovano ad affrontare in un momento storico così mutevole.
Il settore siderurgico e il mercato del lavoro sono molto cambiati negli ultimi decenni e l’avvento di un’industria sempre più 4.0 ha portato con sé la necessità di nuove competenze e professionalità. Anche all’interno del Gruppo Pittini abbiamo riscontrato una crescente richiesta di conoscenze tecnico-specialistiche, in particolare proveniente dai reparti produttivi, e in questo scenario la formazione e l’aggiornamento continuo sono diventate le vere chiavi per rimanere al passo con le esigenze aziendali e delineare in maniera flessibile il proprio percorso di carriera.
È innegabile che il periodo pandemico abbia evidenziato l’importanza di prendersi cura del benessere dei propri collaboratori, riportando empatia e senso di appartenenza nei luoghi di lavoro, creando legami tra persona e azienda basati sulla fiducia reciproca e sul sentirsi ascoltati nei propri bisogni personali e professionali. Le persone non cercano più solo uno stipendio, cercano piuttosto sicurezza, servizi, flessibilità, un senso più profondo al proprio ruolo e verso cui investire tempo ed energie.
Una sfida importante per il nostro settore è sicuramente rappresentata dal divario tra mondo dell’istruzione e lavorativo. I dati confermano un forte mismatch tra preparazione scolastica e reali richieste da parte delle imprese, che rende difficoltosa la ricerca di figure con competenze specifiche e pronte ad operare su impianti di ultima generazione. Per ovviare a questo, come Gruppo Pittini collaboriamo con diversi Istituti del territorio e, in collaborazione con la nostra corporate school, offriamo percorsi di formazione-lavoro ad alta specializzazione per preparare internamente neodiplomati e neoingegneri.
La repentina evoluzione dei processi industriali e delle condizioni di lavoro – accelerata dall’avvento dell’emergenza pandemica – ha stravolto il paradigma del lavoro a cui eravamo abituati e ha reso quanto mai prioritario allineare le strategie di gestione delle risorse umane agli obiettivi corporate generali. L’impegno oggi è rivolto a far comprendere al management la necessità di un cambio di prospettiva che metta le persone al centro di ogni azione intrapresa. Temi quali motivazione, work-life balance e benessere sono apparsi prepotentemente nelle agende e nei tavoli della funzione Risorse Umane, ma forse ancora faticano a trovare spazio nella mente dei board o nelle logiche di business.
Parlando invece di smart working, ci siamo trovati recentemente a gestire la sua regolarizzazione nel post emergenza ed è chiaro che per i nostri collaboratori non significa svolgere le precedenti attività con l’aggiunta di nuove tecnologie: rivoluziona il loro modo di lavorare, di vivere il tempo e gli spazi. Tutti elementi che per essere vissuti positivamente devono accompagnarsi ad una nuova cultura della leadership e del management.
Infine stiamo guardando con particolare attenzione alle nuove generazioni. Più sensibili che in passato a temi quali sostenibilità, prospettive di crescita ed equilibrio tra tempo dedicato lavoro e vita extra-lavoro, sono coloro che contribuiranno a costruire il Gruppo Pittini del futuro. E la nostra capacità di attrarre i migliori talenti, trattenerli all’interno dell’organizzazione e valorizzarne il potenziale rappresenta un asset strategico per gli anni a venire.
Le Risorse Umane sono la funzione che più di tutte si è evoluta nell’ultimo periodo e rispetto ad altre aree è forse quella uscita dalla pandemia con un peso specifico rafforzato negli equilibri interni. Questo renderebbe i tempi maturi per porsi come consulente interno privilegiato delle Direzioni aziendali, superando il ruolo di business partner per assumere quello più ampio di people partner. Guardando alla realtà del Gruppo Pittini, posso dire che nell’ultimo anno abbiamo assorbito responsabilità che prima erano prerogativa di altre aree e lavorato per costruire spazi di lavoro in grado di conciliare benessere e performance.
Oggi gli HR sono chiamati a dare supporto all’organizzazione aziendale come un giano bifronte, dimostrandosi al contempo un interlocutore affidabile per i vertici aziendali e un riferimento per i collaboratori interni nell’ascolto dei loro bisogni.
Le innovazioni di settore, la trasformazione digitale e le nuove modalità di lavoro agile ci richiedono cambiamenti culturali prima ancora che organizzativi. In particolare, occorre riportare empatia e senso di appartenenza nei confronti dell’azienda, creare legami professionali basati sulla fiducia reciproca, restituire senso al proprio lavoro e al contributo di ciascuno. In questo le Risorse Umane svolgono il duplice ruolo di agente di cambiamento e di veicolo fondamentale rispetto alle modalità con cui il cambiamento verrà accolto all’interno della realtà aziendale. Sempre bilanciando risultati economici di business e responsabilità sociale verso le persone.
Micaela Di Giusto
Laureata in Scienze Psicologiche Sociali e del Lavoro presso l’Università degli Studi di Padova, ha maturato oltre 15 anni di esperienza nelle Risorse Umane. Attualmente cura la definizione e l’attuazione della strategia HR a livello di Gruppo, nonché di tutti i processi ad essa collegati. È Presidente di Officina Pittini per la Formazione, Corporate School nata nel 2003 che pone particolare attenzione allo sviluppo delle competenze e alla crescita dei collaboratori. Dal 2019 è membro del Gruppo Tecnico Education di Confindustria. La sua esperienza professionale inizia in Danieli come HR Manager e dal 2010 prosegue in Cameo nel ruolo di HR Director. Il 2018 vede il suo ritorno all’acciaio e alla sua città, Udine, con l’ingresso in Gruppo Pittini, realtà siderurgica di rilievo nazionale ed europeo in cui le persone sono la risorsa più importante.
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